
La mappa di Zeno raffigurante la Frislandia in basso a sinistra

Dettaglio della Frislandia dalla mappa artica di Mercator del 1623
La Frislandia, nota anche come Frisland, Frischlant, Friesland, Freezeland, o Frixland è un'isola fantasma che appare su pressoché tutte le mappe dell'Atlantico settentrionale dal 1560 fino al 1660.
In origine il nome era forse un riferimento all'Islanda ("Freezeland", terra del gelo in inglese), ma la Mappa del navigatore veneziano Nicolò Zeno e di suo fratello Antonio del 1558[1] la riportò come un'isola completamente separata a sud dell'Islanda, ed in questo modo apparve sulle mappe per i successivi 100 anni. I fratelli Zeno avevano raccolto le esperienze del loro viaggio in un volume chiamato "De I Commentarii del Viaggio", in cui descrivevano le terre di Frislandia, Icaria, Estotilandia e Drogio (queste ultime due sono spesso associate al continente americano)[1].
Diversi cartografi poi la riportarono sulle loro mappe, fra cui Giordano Ruscelli, Gerardus Mercator e Abraham Ortelius[1].
Questa isola inesistente creò in seguito molta confusione nel tracciare le mappe per la Groenlandia e l'isola di Baffin: Martin Frobisher, durante la sua esplorazione nel 1576 riportò "avvistamenti di un'alta e rocciosa terra"[1]. Quella che aveva visto era in realtà la costa della Groenlandia, ma dato che stava seguendo la mappa di Mercator la confuse con la Frislandia (che rivendicò in nome della regina Elisabetta). Quando poi raggiunse l'isola di Baffin la scambiò per la Groenlandia, sbagliando così ad identificarla in tutti i suoi documenti relativi ad essa.[1] Di conseguenza, per molti anni lo "stretto di Frobisher" (che in realtà è una baia) venne collocato nella punta meridionale della Groenlandia, anziché all'isola di Baffin.
La presenza della Frislandia era accettata dalla maggioranza dei cartografi, tanto da apparire anche su una mappa di T. C. Lotter del diciottesimo secolo[1].
Identificazione[]
In alcuni casi, la Frislandia venne identificata con le isole Fær Øer. Tuttavia, la Frislandia e le Fær Øer appaiono assieme su diverse mappe, a molte centinaia di miglia di distanza.
Il falso mito della Frislandia fu svelato quando gli esploratori, principalmente dall'Inghilterra e dalla Francia, tracciarono e ridisegnarono tutte le acque nordoccidentali.
Note[]
Bibliografia[]
- Raymond Ramsay, No Longer on the Map, New York, Viking Press, 1972, 53–76. ISBN 0-670-51433-0