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L'Operazione "Maghrebian Wind" è un'operazione militare condotta tra l'Estate e l'Autunno del 2017, da una coalizione internazionale di 21 paesi (costituita da unità e reparti militari di Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Italia, Spagna, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda, Portogallo, Grecia, Canada, Polonia, Romania, Giordania, Norvegia, Svezia, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Marocco e Tunisia), guidata dalla NATO, e sotto l'egida dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, allo scopo di assicurare la protezione della popolazione civile algerina di etnia berbera, e l'integrità territoriale del Marocco e della Tunisia (le quali hanno partecipato al conflitto con proprie unità militari), a seguito del colpo di stato ordito e perpetrato, alla fine di Novembre del 2016, in Algeria, da frange estremiste delle Forze Armate appoggiate da partiti politici e gruppi armati di matrice islamista, decisi a deporre il nuovo presidente della repubblica ed il nuovo esecutivo scaturiti dalle elezioni anticipate del 14 Giugno 2015. Tale colpo di stato provocherà l'insorgere della "Seconda Guerra Civile Algerina".


Le tensioni politiche in Algeria della primavera del 2015[]

17 - 21 Febbraio 2015

L'inizio degli eventi che porteranno alla scoppio della Seconda Guerra Civile Algerina, e al conseguente intervento internazionale mirato a porvi fine, e a garantire l'instaurazione di un governo unitario nazionale legittimo e riconosciuto a livello internazionale nel paese nordafricano, potrebbe erroneamente apparire come scollegato dagli eventi politici e bellici che caratterizzeranno i prodromi e lo svolgimento dell'Operazione Maghrebian Wind. Ma non è così. I due elementi cardine che fungeranno da "miccia" per la gigantesca polveriera algerina, sono infatti essenzialmente due: uno di carattere politico-socio-culturale, e l'altro di natura economica. Quello di natura politico-socio-culturale è rappresentato dallo scoppio di una fortissima ondata di manifestazioni di piazza nelle province a maggioranza berbera. Lo scopo di tali manifestazioni è quello di promuovere una più ampia difesa della lingua e delle tradizioni culturali berbere, minacciate da una politica di costante "arabizzazione" della società algerina, da parte del regime politico instauratosi dopo l'indipendenza dalla Francia conseguita nel 1962. Oltre che per le motivazioni etnico-culturali, una parte trasversale dell'opinione pubblica algerina inizia ad appoggiare tali manifestazioni di piazza per far sentire la propria voce contro la difficile situazione economica del paese, la cui economia è entrata, durante il corso dell'anno solare, in una fase recessiva, che ha fatto aumentare in maniera preoccupante le percentuali di disoccupazione, e di calo del prodotto interno lordo. Le proteste si diffondono rapidamente nelle città a maggioranza etnica berbera, soprattutto nelle province della costa mediterranea e in alcuni grandi centri abitati quali le città di Setif, Batna, Constantina e Annaba. Svariate decine di migliaia di persone (oltre 180.000 secondo le stime degli osservatori dell'ONU) scendono in piazza per molti giorni, all'inizio di Giugno del 2016 al fine di chiedere la promulgazione di emendamenti costituzionali che preservino la cultura e la lingua berbera, e contestualmente, garantiscano alle province a maggioranza etnica berbera una più ampia autonomia amministrativa. Le proteste assumono ben presto carattere violento, e sfociano in aperti scontri tra manifestanti e forze dell'ordine che portano ad un triste bilancio di ben 4 morti e 76 feriti.

4 Marzo 2015

Nuove imponenti manifestazioni di piazza si svolgono ad Algeri davanti alle sedi del Ministero dell'Interno e dell'Assemblea Popolare Nazionale. Questa volta il numero dei partecipanti è nettamente più elevato di quello delle dimostrazioni dei giorni precedenti: oltre 400.000 persone.

5 - 7 Marzo 2015

Si verificano nuovi e violentissimi scontri tra i dimostranti e le forze dell'ordine, decise a reprimere qualunque tipo di manifestazione di dissenso, ancorché pacifica. Questa volta il bilancio delle vittime è ben più grave e consistente di quello delle manifestazioni di Febbraio. Secondo i rapporti dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani in soli due giorni si contano 103 morti e ben 2228 feriti. I manifestanti tuttavia sono decisi a non cedere e a non ritirarsi dalle piazza della capitale presidiate fino all'ottenimento di un cambio di governo, o quantomeno alla promessa di nuove elezioni legislative entro pochi mesi.

8 Marzo 2015

La notizia delle violente repressioni perpetrate ad Algeri ai danni della popolazione civile si diffonde rapidamente nel paese, provocando come conseguenza lo scoppio di una serie di nuove e affollate dimostrazioni in alcune delle principali città del paese, soprattutto di quelle delle provincie a maggioranza etnica berbera. Centinaia di migliaia di persone scendono nelle principali città dell'Algeria quali Annaba, Orano, Costantina e Blida.

10 Marzo 2015

Considerate i pesantissimi e incessanti focolai di protesta diffusi oramai in tutto il paese iniziano a circolare voci su possibili dimissioni del presidente della repubblica Bouteflika, anche in considerazione delle cattive condizioni di salute nelle quali quest'ultimo versa oramai da diversi anni. Fonti governative si affrettano a smentire tali speculazioni, ma la notizia sembra trovare conferma da alcune fonti anonime del Fronte di Liberazione Nazionale, il partito di maggioranza relativa del quale il presidente in carica fa parte.

15 -19 Marzo 2015

A fronte dell'inasprirsi delle manifestazioni popolari di protesta e delle sempre più insistenti pressioni interne al suo partito e al suo stesso governo, Algerina Abdelaziz Bouteflika rassegna le proprie dimissioni dalla carica di presidente dell'Algeria che ha detenuto ininterrottamente per quasi 16 anni. Sotto la spinta popolare le forze politiche algerine si accordano per indire delle elezioni anticipate da tenersi entro la seconda decade di Giugno. Il 19 di Marzo viene comunicata ufficialmente la data delle consultazioni: 14 Giugno 2015.

Le elezioni politiche del 14 Giugno 2015[]

Il colpo di stato del 13 Luglio 2016[]

Le reazioni politiche internazionali al colpo di stato[]

14 Luglio 2016

La notizia del colpo di stato coglie sostanzialmente di sorpresa le principali cancellerie internazionali, che da tempo avevano oramai giudicato, probabilmente in maniera eccessivamente prematura, la situazione politica algerina come pacificata e sostanzialmente stabile.

La sanguinosa repressione delle manifestazioni a favore del governo legittimo e della minoranza Berbera[]

La minoranza Berbera insorge. Scoppia la guerra civile in Algeria[]

Gli scontri di confine con la Tunisia e il Marocco.[]

Le ripercussioni umanitarie ed economiche della guerra civile algerina[]

Si fa strada l'ipotesi di un intervento militare internazionale contro l'Algeria[]

La formazione della coalizione internazionale[]

L'ONU approva una risoluzione di condanna contro l'Algeria. Vengono istituite una "no fly zone" e una "zona d'interdizione marittima"[]

La protezione del confine marocchino e del confine tunisino. Vengono istituite le missioni "Protection Border" e "Frontier Defense"[]

L'attacco della coalizione internazionale. Le principali fasi politiche e militari del conflitto[]

19 Agosto 2017:[]

  • L'attacco della coalizione internazionale inizia ufficialmente alle ore 14.36 del 19 Agosto 2017, quando una coppia di cacciabombardieri francesi Rafale partiti dalla base aera di Solenzara apre il fuoco contro 3 carri armati T-72 dell'esercito Algerino, distruggendoli. 
    Rafale Air Refueling

    Un cacciabombardiere francese "Rafale" esegue un rifornimento in volo durante la sua prima missione bellica sui cieli dell'Algeria nell'ambito dell'operazione "Maghrebian Wind".

  • Dalle navi da guerra Statunitensi (gli incrociatori Princeton e Port Royal, le cacciatorpediniere Russell, Hopper, Ross ed Hamilton, e i sottomarini Providence, Wyoming, Donald Cook e Scranton), e dal sottomarino d'attacco britannico Artful, parte un intenso bombardamento effettuato con missili di tipo "Cruise" BGM-109 Tomahawk,  diretto a postazioni contraeree, installazioni radar e di difesa aerea, siti di comando e controllo e depositi di munizioni dell'esercito algerino, soprattutto nell'area della capitale Algeri. L'attacco missilistico dura circa 7 ore, e viene definito "propedeutico" dalle autorità militari della NATO, al fine di indebolire le difese delle forze armate nemiche, favorendo le incursioni aeree degli aerei alleati. Alla fine del bombardamento navale, risultano essere complessivamente 94 i missili da crociera utilizzati per l'attacco. 
    Tornado ECR

    Un Tornado ECR dell'Aeronautica Militare Italiana decolla dalla base aerea di Trapani Birgi.

  • Parte la prima missione dei cacciabombardieri Italiani. Tre Tornado ECR decollati dalla base aerea di Trapani-Birgi, compiono una missione di "soppressione delle difese aeree nemiche", bombardando e distruggendo tramite missili AGM-88 HARM tre batterie antiaeree 9K35 Strela-10 dell'esercito algerino, poco al di fuori della città di Constantina. 
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Un cacciabombardiere F-18 Hornet Canadese in fase di decollo dalla base aerea di Trapani - Birgi.

  • Quattro cacciabombardieri F-18 spagnoli compiono la loro prima missione bombardando tre depositi di carburante e munizioni dell'esercito algerino nella città di Orano.
  • Otto Tornado GR4 britannici bombardano e distruggono una colonna di dieci carri armati T90SA dell'esercito algerino a pochi chilometri dalla città di Setif.
  • Cinque cacciabombardieri CF-18 canadesi attaccano e distruggono quattordici obici semoventi 2S1 Gvozdika dell'esercito algerino.
  • Si registra il primo combattimento aereo del conflitto. Una squadriglia di 8 F-15 Eagle statunitensi intercetta e abbatte 6 caccia Mig-29 Fulcrum dell'Aeronautica Militare Algerina, alzatisi in volo dalla base aerea di Aïn Oussera nel tentativo di contrastare l'attacco aereo della coalizione internazionale.

20 Agosto 2017[]

A British Eurofighter Typhoon take off during Operation Maghrebian Wind

Un caccia Eurofighter britannico decolla per la sua prima missione durante l'operazione Maghrebian Wind

  • Prima missione di attacco per gli Eurofighter britannici, che bombardano la sede del ministero della difesa algerino e tre depositi di munizioni della marina militare algerina.
  • Una coppia di F-16 statunitensi abbatte altrettanti velivoli algerini Mig-25 poco al di fuori della città di Sidi Bel.
    F-15 - Aviano

    Un F-15 Strike Eagle statunitense, si prepara a decollare dalla base aerea di Aviano (Italia).

  • Massiccio attacco da parte di una squadriglia di 8 cacciabombardieri F-15 Strike Eagle statunitensi, che bombardano pesantemente l'aeroporto militare di Boufarik, distruggendo 6 cacciabombardieri Su-24, 3 elicotteri d'attacco Mi-24 e due elicotteri d'attacco Mi-28.
  • Nuova missione per i Tornado ECR italiani che distruggono due batterie di missili antiaerei S-300PMU2 e due blindati semoventi antiaerei ZSU-23-4 Shilka dell'esercito algerino.
  • Una squadriglia mista di cacciabombardieri francesi (8 Rafale e 10 Mirage 2000-D) decollati dalla base aerea di Solenzara conducono un massiccio attacco contro una colonna di blindati dell'esercito algerino tra Setif e Batna. Vengono distrutti ben 12 carri armati T-90MS, 23 carri armati T-72, e 4 veicoli da combattimento della fanteria BMP-2.
  • Cinque cacciabombardieri CF-18 Hornet canadesi attaccano e distruggono una colonna blindata dell'esercito algerino composta da 4 carri armati T55 e 4 veicoli da trasporto truppe BTR-60.
  • Prima missione per i cacciabombardieri danesi che attaccano e distruggono 6 veicoli corazzati da combattimento BMP-2.

22 Agosto 2017[]

  • 2 cacciabombardieri italiani AMX bombardano un deposito di munizioni dell'aeronautica militare algerina presso la base aerea di Bou Sfer.
    2 Spanish EF-18 Hornet during Operation Maghrebian Wind

    2 F-18 Spagnoli decollano per una missione dalla base aerea di Murcia

  • 4 cacciabombardieri francesi Mirage 2000D bombardano la sede del ministero della difesa algerino, e 2 depositi di supporto e rifornimento logistico ad Algeri.
  • Alcune unità della Marina Militare Algerina (nella fattispecie due fregate classe Adhafer salpate dalla base navale di Mers-el-Kèbir), finora rimasta inattiva nel conflitto, escono per la prima volta in pattugliamento ai confini della zona di interdizione marittima. Le navi rientrano in porto all'approssimarsi di alcune unità della NATO convergenti sulla loro posizione al fine di intercettarle e far loro rispettare i confini della zona d'interdizione.
  • 2 EF-18 spagnoli attaccano e distruggono una colonna di 6 carri armati T-72 dell'esercito algerino a pochi chilometri dalla città di Orano.
  • Si registra la prima perdita della coalizione ONU. Un cacciabombardiere F-15 Strike Eagle dell'aeronautica militare statunitense viene abbattuto nei pressi di Sidi Bel Abbes da un missile terra aria S-400.
    Two Danish F-16 taking off from Sigonella Air Base

    2 cacciabombardieri F-16 Danesi decollano per una missione dalla base aerea di Sigonella.

  • 4 cacciabombardieri F-16 olandesi bombardano una colonna di veicoli da trasporto truppe BTR-80 dell'esercito algerino distruggendone 11.
  • 2 cacciabombardieri F-16 portoghesi attaccano e distruggono 5 obici semoventi S23 Akatsiya dell'esercito tunisino a pochi chilometri di distanza dalla città di Tlemcen.

23 Agosto 2017[]

  • In risposta alle manovre effettuate il giorno precedente, la NATO intima alla Marina Militare Algerina di non varcare in alcun modo la zona di interdizione marittima e di non intraprendere alcuna azione offensiva contro le forze della coalizione o dei ribelli, o in caso contrario le sue unità verranno attaccate.
  • 4 Cacciabombardieri Spagnoli EF-18 Hornet attaccano una colonna di 7 veicoli da combattimento BMP-1 distruggendoli.
    The Italian Aircraft Carrier Cavour and the French Aircraft Carrier Charles De Gaulle during Operation Maghrebian Wind

    La portaerei italiana Cavour e la portaerei francese Charles De Gaulle durante l'Operazione Maghrebian Wind

  • Nonostante gli avvertimenti della NATO, altre tre unità della Marina Militare Algerina si avvicinano al limite della zona di interdizione martittima (nello specifico una fregata lanciamissili classe Meko A-200 scortata da 2 corvette lanciamissili di classe Stereguschiy). L'intensificazione delle manovre navali algerine spinge l'alleanza atlantica a ritenere imminente un attacco navale alle proprie unità e innalza al massimo il livello di allerta della flotta, facendo contestualmente avvicinare le più moderne e armate unità antinave al confine della zona d'interdizione in funzione deterrente. Le navi algerine tuttavia, come accaduto anche il giorno prima, all'appropinquarsi della navi della Flotta ONU invertono la rotta e tornano nel porto militare di Mers El Kèbir.
  • Primo impiego bellico della storia per gli F-35 dell'aeronautica militare statunitense. Due squadriglie per un totale di 8 velivoli attaccano l'aeroporto militare di Ain Oussera distruggendo 5 cacciabombardieri Su-24 e 6 caccia multiruolo SU-30 Flanker prima che possano alzarsi in volo.

24 Agosto 2017[]

  • L'ammiraglio Antonio Natale, il comandante delle operazioni navali della Flotta ONU afferma in un'intervista che le unità facenti parte del blocco navale sono assolutamente preparate a difendersi e a mantenere l'integrità della zona d'interdizione da eventuale incursioni ostili da parte delle navi da guerra algerine.
  • Dodici Tornado GR.4 dell'aeronautica militare britannica bombardano e distruggono due grandi depositi di stoccaggio per mezzi corazzati dell'esercito algerino dislocati in una grande caserma alla periferia di Algeri. Nell'attacco vengono complessivamente distrutti ben 22 moderni carri armati T-90.
    RAF End Combat Operations Middle East After qcRb obunOtl

    Un gruppo di Tornado GR.4 della RAF effettua operazioni di rifornimento in volo prima di una missione.

  • Nuova battaglia aerea tra gli aerei della coalizione internazionale e quelli dell'aeronautica militare algerina. Tre caccia intercettori francesi Mirage 2000D abbattono altrettanti cacciabombardieri algerini Su-24 che avevano tentato di forzare la No Fly Zone sul versante del confine marocchino con l'obbiettivo di bombardare le postazioni e le forze ribelli nei pressi della città di Orano.
  • Due F-16 dell'Aeronautica Militare Belga attaccano e distruggono tre semoventi antiaerei ZSU 57-2 dell'esercito algerino.

27 Agosto 2017[]

  • Prima battaglia navale del conflitto: una squadra navale algerina composta da due fregate lanciamissili classe Koni, una fregata lanciamissili classe Adhafer e due corvette lanciamissili classe Djebel Chenoua cercano di attaccare le unità navali NATO al largo di Annaba su due direttrici diverse, ma il tentativo di assalto viene efficacemente neutralizzato dalla flotta della coalizione.
  • 8 cacciabombardieri Mirage 2000D francesi attaccano la base aerea di Boufarik distruggendo un deposito di munizioni, sette caccia multiruolo SU-30 Flanker e sei SU-24 Fencer.
  • Una squadriglia aerea composta da 3 cacciabombardieri F-16 danesi e 3 cacciabombardieri F-16 belga attacca e distrugge una colonna di 10 carri armati T-90 dell'esercito algerino nelle vicinanze della città di Sidi Bel Abbes.
  • 4 caccia intercettori statunitensi F-15 Eagle decollati dalla base aerea di Sigonella abbattono sei caccia multiruolo SU-30 Flanker dell'aeronautica militare algerina, i quali stavano tentando di attaccare le postazioni ribelli berbere nei pressi della città di Sétif.

30 Agosto 2017[]

  • Un cacciabombardiere statunitense A-10 Thunderbolt viene abbattuto da un semovente antiaereo ZSU-57-2 dell'esercito algerino.
  • 6 cacciabombardieri Harrier AV-8 II Plus della marina militare spagnola decollati dalla portaerei Juan Carlos I bombardano due caserme dell'esercito algerino situate ad Algeri, distruggendone due depositi di carburante, quattro carri armati T-72 e cinque veicoli corazzati da combattimento BMP-1.
  • 4 cacciabombardieri CF-18 Hornet canadesi attaccano e distruggono 9 veicoli da trasporto truppe BTR-80 dell'esercito algerino poco fuori dalla città di Annaba.
Aircraft Carrier Cavour and Multipurpose Spanish Ship Juan Carlos I during Operation Maghrebian Wind

La portaerei spagnola Juan Carlos I, in navigazione con la portaerei italiana Cavour, la fregata italiana Bergamini, e la nave rifornitrice di squadra italiana Etna durante l'operazione Maghrebian Wind.

  • 2 cacciabombardieri F-16 dell'aeronautica greca attaccano un deposito di carburante dell'esercito algerino in una caserma della città di Blida distruggendolo.
  • 6 cacciabombardieri Tornado GR4A britannici attaccano con 12 missili Storm Shadow una colonna di altrettanti carri armati T-55 dell'esercito algerino distruggendoli.
  • Due caccia intercettori francesi Mirage 2000C francesi intercettano e abbattono due caccia multiruolo Mig 29 Fulcrum algerini i quali erano in procinto di violare la no fly zone e di attaccare le postazioni ribelli presso la città di Sidi Bel Abbeés.

2 Settembre 2017[]

AMX Trapani Air Base

Due cacciabombardieri AMX dell'Aeronautica Militare Italiana decollano dalla base aerea di Trapani-Birgi

  • Due cacciabombarieri italiani AMX attaccano e distruggono 5 obici semoventi 2S1 Gvodzika dell'esercito algerino.
  • Quattro F-35 statunitensi intercettano e abbattono cinque caccia multiruolo Sukhoi Su-30 che cercavano di bombardare alcune postazioni ribelli presso la città di Biskra.
  • Sei F-18 dell'aeronautica militare spagnola attaccano l'aeroporto militare di Ain Oussera distruggendo due depositi di munizioni e quattro cacciabombardieri Su-24 Fencer dell'aeronautica militare algerina.
  • Due cacciabombardieri F-16 Belga attaccano e distruggono 7 veicoli corazzati BMP-1 dell'esercito algerino a pochi chilometri dalla città di Orano.

3 Settembre 2017[]

  • Due cacciabombardieri anticarro A-10 Thunderbolt statunitensi attaccano e distruggono sei carri armati T-90 dell'esercito algerino impegnati in combattimenti nei pressi della città di Sètif.
  • 4 cacciabombardieri AV-8 Harrier II decollati dalla portaerei italiana Cavour attaccano e distruggono una colonna di 10 carri armati T-72 dell'esercito algerino nei pressi della città di Batna.
  • Un cacciabombardiere Rafale M decollato della marina militare francese, facente parte di una formazione di 6 aerei decollati dalla portaerei Charles De Gaulle nell'ambito di una missione d'attacco contro una colonna di carri armati T-90 dell'esercito algerino nei pressi della città di Orano viene abbattuto da un missile BUK-M2 della contraerea algerina. Il pilota riesce ad eiettarsi, ma atterra in territorio nemico e viene catturato.

9 Settembre 2017[]

  • Prima perdita navale della coalizione ONU. La fregata marocchina Hassan II di classe Floreal viene colpita nella sezione di poppa da un missile aria-terra KH-59ME lanciato da un cacciabombardiere SU-24 dell'aeronautica militare algerina. Dopo 6 ore di tentativi per salvare la nave il capitano è costretto a decretarne l'abbandono. Nell'attacco muoiono 13 uomini dell'equipaggio (4 sottufficiali e 9 marinai). La nave affonda il giorno seguente alle ore 9.48. Le immagini dell'affondamento scuotono particolarmente l'opinione pubblica europea, ma anche e soprattutto quella marocchina. Migliaia di manifestanti scendono in piazza a Rabat, capitale del Marocco, bruciando numerose bandiere algerine e invocando vendetta per l'affondamento della nave e per i morti marocchini provocati dall'attacco.

10 Settembre 2017[]

  • Una batteria di obici semoventi M109 dell'esercito marocchino apre il fuoco da dentro i propri confini contro una caserma dell'esercito algerino situata poco al di fuori della città di Maghnia, distruggendo una rimessa contenente 8 carri armati T-90 e uccidendo 19 soldati di guardia. Nell'attacco vengono distrutti anche un deposito di munizioni ed uno di carburante situati all'interno del complesso militare. L'attacco viene rivendicato dal governo marocchino quale ritorsione per l'affondamento della Fregata Hassan II del giorno precedente.
  • Quattro caccia intercettori Eurofighter 2000 britannici intercettano e abbattono tre caccia intercettori Mig 29 Fulcrum dell'aeronautica algerina prima che essi possano attaccare una squadriglia tre di F-16 olandesi diretti a bombardare un deposito di carburante dell'esercito algerino nei pressi della città di Sidi Bel Abbès (missione effettuata con successo).

14 Settembre 2017: la battaglia terrestre di Berkane, la battaglia navale di Alboràn e lo sbarco di Playa Charrana[]

15 Settembre 2017: reazione delle forze ONU[]

18 Settembre 2017: resa delle forze algerine e liberazione di Melilla[]

2 Ottobre 2017: l'affondamento del cacciatorpediniere francese Jean Bart[]

  • Si registra la più importante perdita navale per la coalizione internazionale. La Fregata antiaerea Jean Bart della Marina Militare Francese viene colpita e affondata da due missili KH-31 di produzione sovietica sganciati da un caccia multiruolo SU-30 Flanker dell'Areonautica Militare Algerina. La nave era riuscita a respingere in precedenza un attacco con missili di analogo modello portato da due cacciabombardieri Su-24 algerini. Colpita nella zona centrale e poppiera dello scafo, la nave affonda dopo 3 ore e 47 minuti. Nell'attacco rimangono uccisi 74 dei 250 uomini dell'equipaggio.

3 Ottobre 2017: la ritorsione francese e le crescenti tensioni tra gli alleati della NATO[]

  • 2 cacciabombardieri francesi Mirage 2000-D bombardano e affondano due Corvette lanciamissili classe Djebel Chenoua ed una corvetta lanciamissili di classe Adhafer ancorate nel porto militare di Algeri, provocando l'affondamento dei suddetti vascelli e la morte di 123 uomini tra ufficiali e marinai. L'Algeria definisce l'azione francese un tradimento ignobile e meschino, adducendo tra le ragioni il fatto che le tre navi fossero ancorate in porto e dunque non attive nel conflitto al momento dell'attacco degli aerei transalpini.
  • L'attacco francese alle navi algerine provoca alcune polemiche e tensioni all'interno della coalizione ONU, particolarmente in sede NATO. Gli attacchi francesi, qualificati dallo stesso ministero della difesa transalpino quali ritorsioni per l'affondamento della fregata Jean Bart, vengono contestati da altri paesi della coalizione, poiché effettuati fuori dal contesto del comando unificato della NATO.

10 Ottobre 2017: continuano i disaccordi tra gli alleati della coalizione ONU[]

  • Il quotidiano israeliano Jerusalem Post pubblica un articolo nel quale si afferma che secondo informazioni provenienti da fonti qualificate della NATO, l'alleanza atlantica starebbe preparando dei piani militari per un invasione di terra del territorio algerino con un contingente di oltre 215.000 uomini, ripartito in questo modo tra i membri dell'alleanza: 132.500 uomini dagli Stati Uniti, 43.000 dalla Gran Bretagna, 16.500 dalla Francia, 5800 dalla Spagna, 5300 dall'Italia, 2700 dalla Germania, 2200 dall'Olanda, 1600 dal Portogallo, 1500 dalla Grecia, 1400 dal Belgio e altri 3300 circa provenienti da altri paesi della coalizione non meglio specificati. La costituzione e l'utilizzo di un simile contingente sarebbe quella di occupare militarmente le aree controllate dalla resistenza berbera e dalle forze leali al governo democraticamente eletto e riconosciuto dalla comunità internazionale al fine di creare delle zone cuscinetto per impedire alle forze armate algerine e del "Fronte Islamico per la liberazione del'Algeria" di continuare ad attaccare i suddetti territori.
  • Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg si affretta a smentire le indiscrezioni comparse nel quotidiano israeliano. La ventilata ipotesi di invasione tuttavia provoca forti strascichi polemici in sede internazionale. La Russia interviene immediatamente bollando come l'ipotesi come "fantasiosa, di stampo imperialista e assolutamente contraria al diritto internazionale in quanto il mandato del Consiglio di Sicurezza dell'ONU non preveda l'utilizzo di truppe terrestri allo scopo di proteggere la popolazione berbera delle province ribelli o per minare l'integrità territoriale di uno stato sovrano quale l'Algeria!". Anche la Cina esprime delle forti perplessità circa l'interpretazione della risoluzione ONU in tal senso.

11 Ottobre 2017[]

14 Ottobre 2017[]

23 Ottobre 2017[]

30 Ottobre 2017: accordo preliminare per un cessate il fuoco[]

31 Ottobre 2017: cessazione dei bombardamenti aerei alleati[]

2-3 Novembre 2017: firma della tregua e inizio del ritiro delle truppe algerine[]

Le conseguenze politiche e militari del conflitto[]

Le Forze Militari in campo[]

Al momento dell'inizio delle ostilità la coalizione internazionale poteva contare sull'apporto di 584 velivoli da combattimento (compresi 8 droni senza pilota "Reaper" statunitensi), e su una flotta navale di 62 unità di superficie (più 5 sottomarini d'attacco), a supporto di oltre 22.827 uomini, dispiegati sul campo poco prima dell'inizio delle operazioni militari al fine di implementare le missioni ONU "Protection Border" e "Frontier Defense" per la protezione dei confini terrestri del Marocco e della Tunisia, ai quali andavano aggiunti un reggimento corazzato dell'esercito marocchino da 6.500 uomini, e 2.700 uomini divisi in 4 battaglioni meccanizzati dell'esercito tunisino per un totale complessivo di truppe terrestri ammontante a oltre 32.000 uomini.   

Netta dunque, se non addirittura schiacciante, la superiorità della coalizione ONU nei confronti dello schieramento militare algerino, il quale poteva contare su 143 aerei da combattimento e su 25 unità navali di prima linea (più 4 sottomarini).   

L'operazione "Maghrebian Wind" ha rappresentato la più grande operazione militare a guida NATO dai tempi della Guerra del Kosovo (Operazione "Allied Force") del 1999.   

Flag of the United Nations.svgCOALIZIONE ONU:[]

Flag of NATOFlotta Navale NATO:

  • Belgium Belgio
    • Fregata lanciamissili BNS Leopold I (classe Karel Doorman)
    • Nave cacciamine BNS Narcis, (classe Tripartite)
  • Canada Canada 
    • Fregata lanciamissili HMCS Montreal (classe Halifax)
  • France Francia  
    • Portaerei Charles de Gaulle con a bordo:
      • 16 cacciabombardieri Rafale M
      • 2  aerei AWACS E-2C
      • 8 elicotteri multiruolo AS635 Dauphin
    • Cacciatorpediniere lanciamissili Forbin  (classe Orizzonte)
    • Fregata antiarea Jean Bart (classe Cassard)
    • Fregata lanciamissili Aquitaine (classe Fremm)
    • Fregata lanciamissili Normandie (classe Fremm)
    • Fregata lanciamissili Aconit (classe La Fayette)
    • Fregata lanciamissili Courbet (classe La Fayette)
    • Fregata lanciamissili Surcouf (classe La Fayette)
    • Fregata lanciamissili La Motte - Piquet (classe Leygues)
    • Fregata lanciamissili Primauguet (classe Leygues)
    • Sottomarino nucleare Amèthyste (classe Rubis)
    • Nave rifornitrice Meuse (classe Durance)
  • Germany Germania
    • Fregata lanciamissili Lubeck (classe Bremen)
  • Greece Grecia
    • Fregata lanciamissili Adrias (classe Elli)
    • Nave rifornitrice Prometheus (classe Etna)
  • Italy Italia  
    • Portaerei Cavour con una componente di volo composta da:
      • 10 cacciabombardieri V/STOL AV-8B Harrier II 
      • 4 elicotteri d'attacco AW129 Mangusta
      • 12 elicotteri AW-101 Merlin
    • Cacciatorpediniere lanciamissili Caio Duilio (Classe Orizzonte)
    • Cacciatorpediniere lanciamissili Francesco Mimbelli (classe Durand De La Penne)
    • Fregata lanciamissili Carlo Bergamini (classe Fremm)
    • Nave rifornitrice Etna (classe Etna)
  • Norway Norvegia
    • Fregata lanciamissili Roald Amundsen (Classe Fridtjof Nansen)
  • Netherlands Olanda 
    • Fregata lanciamissili HNLMS De Ruyter (classe De Zeven)
  • 1280px-Flag of Poland.svg Polonia
    • Fregata lanciamissili General Kazimierz Pulaski (Classe Oliver Hazard Perry)
  • Portugal Portogallo
    • Fregata lanciamissili Corte Real (classe Vasco Da Gama)
  • United Kingdom Regno Unito
    • Cacciatorpediniere lanciamissili HMS Dauntless (classe Type 45)
    • Cacciatorpediniere lanciamissili HMS Duncan (classe Type 45)
    • Cacciatorpediniere lanciamissili HMS Dragon (classe Type 45)
    • Fregata lanciamissili HMS Richmond (classe Type 23)
    • Fregata lanciamissili HMS Portland (classe Type 23)
    • Fregata lanciamissili HMS Montrose (classe Type 23)
    • Fregata lanciamissili HMS Lancaster (classe Type 23)
    • Fregata lanciamissili HMS Kent (classe Type 23)
    • Sottomarino nucleare d'attacco HMS Artful (Classe Astute)
    • Nave rifornitrice RFA Wave Ruler (classe Wave)
  • Romania Romania
    • Fregata lanciamissili Regele Ferdinand (classe Type 22)
  • Spain Spagna 
    • Portaerei (con capacità di assalto anfibio) Juan Carlos I con a bordo:
      • 11 cacciabombardieri AV8B Harrier II Plus
      • 2 elicotteri pesanti da trasporto CH-47 Chinook
      • 6 elicotteri medi NH-90
    • Fregata lanciamissili Méndez Núñez, (classe Álvaro de Bazán)
    • Fregata lanciamissili Canarias (classe Santa Maria)
    • Nave rifornitrice Cantabria (classe Cantabria)
  • Flag of the United States.svg Stati Uniti
    • USS Mount Whitney (classe Blue Ridge) , nave comando e controllo della Sesta Flotta della US NAVY con a bordo:
      • 1 elicottero antisommergibile MH60S Knigth Hawk
    • Portaerei USS Truman (CVN-75), (classe Nimitz) con a bordo:
      • 36 cacciambombardieri F/A-18F Super Hornet
      • 10 cacciabombardieri F-18C Hornet
      • 4 cacciabombardieri EA-18 Growler
      • 4 aerei da sorveglianza E2-Hawkeye
      • 8 elicotteri antisottomarini HH-60H Seahawk
    • Portaerei USS Stennis (CVN-74), (classe Nimitz) con a bordo:
      • 36 cacciambombardieri F/A-18F Super Hornet
      • 12 cacciabombardieri F-18C Hornet
      • 6 cacciabombardieri EA-18 Growler
      • 6 aerei da sorveglianza E2-Hawkeye
      • 6 elicotteri antisottomarini HH-60H Seahawk
    • Portaelicotteri d'assalto anfibio USS Kearsage (LHD-3), (Classe Wasp) con a bordo:
      • 20 cacciabombardieri V/STOL F-35B Lightning II
      • 6 elicotteri antisommergibili HH-60H Seahawk
    • Portaelicotteri d'assalto anfibio USS Boxer (LHD-4), (Classe Wasp) con a bordo:
      • 20 cacciabombardieri V/STOL F-35B Lightning II
      • 6 elicotteri antisommergibili HH-60H Seahawk
    • Incrociatore lanciamissili USS Port Royal (classe Ticonderoga)
    • Incrociatore lanciamissili USS Princeton (classe Ticonderoga)
    • Incrociatore lanciamissili USS Vella Gulf (classe Ticonderoga)
    • Cacciatorpediniere lanciamissili USS Paul Hamilton (classe Arleigh Burke)
    • Cacciatorpediniere lanciamissili USS Russell (classe Arleigh Burke)
    • Cacciatorpediniere lanciamissili USS Hopper, (classe Arleigh Burke)
    • Cacciatorpediniere lanciamissili USS Donald Cook (classe Arleigh Burke)
    • Cacciatorpediniere lanciamissili USS Ross (classe Arleigh Burke)
    • Cacciatorpediniere lanciamissili USS Barry (classe Arleigh Burke)
    • Cacciatorpediniere lanciamissili USS Mahan (classe Arleigh Burke)
    • Cacciatorpediniere lanciamissili USS Milius (classe Arleigh Burke)
    • Sottomarino nucleare d'attacco USS Wyoming (Classe Ohio)
    • Sottomarino nucleare d'attacco USS Providence (Classe Los Angeles)
    • Sottomarino nucleare d'attacco USS Scranton (Classe Los Angeles)
    • Nave rifornitrice USS Kanawha, (classe Henry J. Kaiser)
    • Nave rifornitrice USNS Yukon (classe Henry J. Kaiser)
    • Nave rifornitrice USNS Laramie (classe Henry J. Kaiser)
Forze navali di paesi della coalizione ONU non appartenenti alla NATO:
  • Flag of Morocco Marocco
    • Fregata lanciamissili Mohammed VI (classe Fremm)
    • Fregata lanciamissili Tarik Ben Ziyad (classe Sigma versione 10513)
    • Fregata leggera lanciamissili Hassan II (classe Floreal)
  • Flag of Sweden Svezia
    • Corvetta lanciamissili Helsinborg (classe Visby)

Flag of NATO Flotta Aerea NATO:

  • NATO NATO
    • 1 aereo AWACS E-3
  • Belgium Belgio
    • 6 cacciabombardieri F-16AM 15MLU operanti dalla base aerea di Murcia (Spagna).
  • Canada Canada  
    • 6 Cacciabombardieri CF-18 Hornet operanti dalla base aera di Trapani (Italia).
  • Denmark Danimarca  
    • 4 cacciabombardieri F-16, operanti dalla base aerea di Sigonella (Italia)
  • France Francia 
    • 18 cacciabombardieri Rafale, operanti dalla base aerea di Solenzara in Corsica (Francia).
    • 14 cacciabombardieri Mirage 2000-D operanti dalla base aerea di Solenzara in Corsica (Francia)
    • 10 caccia intercettori Mirage 2000-C operanti dalla base aerea di Solenzara in Corsica (Francia)
    • 2 aerei cisterna C135 operanti dalla base aera di Solenzara in Corsica (Francia)
    • 1 aereo AWACS E-3F operante dalla base aerea di Nizza (Francia)
  • Germany Germania
    • 5 caccia intercettori Eurofighter 2000 Typhoon operanti dalla base aerea di Moròn (Spagna).
  • Greece Grecia
    • 4 cacciabombardieri F-16 operanti dalla base aeronavale di Sigonella (Italia).
  • Italy Italia
    • 4 cacciabombardieri AMX Ghibli, operanti dalla base aerea di Trapani-Birgi (Italia)
    • 4 cacciabombardieri Tornado ECR operanti dalla base aerea di Trapani-Birgi (Italia).
    • 4 cacciabombardieri Tornado IDS operanti dalla base aerea di Trapani-Birgi (Italia).
    • 4 caccia intercettori Eurofighter 2000 Typhoon, operanti dalla base aerea di Trapani-Birgi (Italia).
    • 1 aereo cisterna KC 767/A per il rifornimento in volo, operante dalla base aerea di Decimomannu (Italia).
  • Norway Norvegia
    • 4 cacciabombardieri F-16AM operanti dalla base aerea di Sigonella (Italia)
  • Netherlands Olanda  
    • 6 cacciabombardieri F-16, operanti dalla base aerea di Murcia (Spagna)
    • 1 aereo cisterna KC-10 Extender operante dalla base aerea di Murcia (Spagna)
  • 1280px-Flag of Poland.svg Polonia
    • 4 caccia multiruolo Mig-29 Fulcrum operanti dalla base aerea di Murcia (Spagna)
  • Portugal Portogallo
    • 4 cacciabombardieri F-16 operanti dalla base aerea di Murcia (Spagna)
  • United Kingdom Regno Unito
    • 14 cacciabombardieri Tornado GR4A, operanti dalla base aerea di Albacete (Spagna)
    • 24 caccia multiruolo Eurofighter 2000 Typhoon operanti dalla base aerea di Badajoz (Spagna)
    • 2 aerei cisterna VC-10 per il rifornimento in volo, operanti dalla base aerea di Decimomannu (Italia)
  • Spain Spagna
    • 12 cacciabombardieri EF-18AM Hornet operanti dalla base aerea di Saragoza (Spagna)
    • 4 caccia intercettori Eurofighter 2000 Typhoon operanti dalla base aerea di Moròn (Spagna)
    • 1 aereo cisterna Boeing 707-331B(KC) operante dalla base aerea di Moròn (Spagna)
  • Flag of the United States.svg Stati Uniti
    • 18 cacciabombardieri F-35A Lightning II operanti dalla base aerea di Aviano (Italia)
    • 15 caccia per superiorità aerea F-22 Raptor operanti dalla base aerea di Aviano (Italia)
    • 38 caccia intercettori F-15 Eagle operanti dalla base aerea di Aviano (Italia)
    • 56 cacciabombardieri F-16C Fighting Falcon operanti dalla base aerea di Aviano (Italia)
    • 44 cacciabombardieri F-15E Strike Eagle operanti dalla base aera di Sigonella (Italia)
    • 34 cacciabombardieri A-10 Thunderbolt II operanti dalla base aerea di Sigonella (Italia)
    • 5 cannoniere volanti AC-130 Stinger II operanti dalla base aera di Sigonella (Italia)
    • 8 aeromobili d'attacco a pilotaggio remoto MQ-9 Reaper operanti dalla base aerea di Sigonella (Italia)
    • 1 aereo EC-130H per la  guerra elettronica operante dalla base aerea di Sigonella (Italia)
    • 4 aerei cisterna KC-135 per il rifornimento in volo, operanti dalla base aerea di Sigonella (Italia)
    • 4 aerei antisommergibili e per la sorveglianza marittima P-3C Update 3 operanti dalla base aeronavale di Sigonella (Italia)
    • 4 elicotteri HH-60 Pave Hawk per missioni combat search and rescue operanti dalla base aerea di Murcia (Spagna)
Forze aeree di paesi della coalizione ONU non appartenenti alla NATO:
  • United Arab Emirates Emirati Arabi Uniti
    • 4 caccia F-16 operanti dalla base aerea di Sigonella (Italia)
  • Jordan Giordania
    • 4 caccia F-16 operanti dalla base aerea di Sigonella (Italia)
  • 2560px-Flag of Qatar (3-2)
    Qatar
    • 6 caccia multiruolo Rafale operanti dalla base aerea di Sigonella (Italia)
  • Sweden Svezia
    • 5 caccia intercettori Jas-39 Gripen operanti dalla base aerea di Sigonella (Italia)
  • Flag of Morocco Marocco
    • 8 cacciabombardieri F-16
    • 6 caccia multiruolo Mirage F-1
  • Flag of Tunisia Tunisia
    • ​6 cacciabombardieri F5F Tiger II
Flag of the United Nations

Forze Terrestri Coalizione ONU

Missione "PROTECTION BORDER" (Marocco)

  • NATO NATO
    • Flag of the United States.svg Stati Uniti
      • 8771 uomini
    • Flag of the United Kingdom.svg Regno Unito
      • 4350 uomini
    • France Francia
      • 2250 uomini
    • Spain Spagna
      • 1643 uomini
    • Flag of Portugal Portogallo
      • 587 uomini

Paesi con truppe affiancate alla missione ma non facenti parte del comando unificato ONU/NATO.

  • Flag of Morocco Marocco
    • 6500 uomini

Missione "FRONTIER DEFENSE" (Tunisia)

  • NATO NATO
    • Italy Italia
      • 1546 uomini
    • France Francia
      • 1350 uomini
    • Netherlands Olanda
      • 1166 uomini
    • Flag of Greece Grecia
      • 630 uomini
    • Belgium Belgio
      • 534 uomini

Paesi con truppe affiancate alla missione ma non facenti parte del comando unificato ONU/NATO.

  • Flag of Tunisia Tunisia
    • 2700 uomini

2000px-Flag of Algeria.svgAlgeria[]

  • Flotta Aerea
    • 58 caccia multiruolo Su-30 Flanker
    • 13 caccia intercettori Mig-25
    • 40 cacciabombardieri Su-24
    • 32 caccia intercettori Mig 29 Fulcrum
  • Flotta Navale
    • 1 Portaelicotteri anfibia classe San Giorgio
    • 2 Fregate lanciamissili classe Meko A200
    • 3 Fregate lanciamissili classe Koni
    • 3 Fregate lanciamissili classe Adhafer
    • 2 Corvette lanciamissili classe Steregushchiy
    • 4 Corvette lanciamissili classe Djebel Chenoua
    • 2 navi da sbarco classe Kalaat Beni
    • 1 nave da sbarco classe Polnochny
    • 8 battelli lanciamissili classe Osa II
    • 4 Sottomarini classe Kilo